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Doni, Anton Francesco

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Person Born Died Gender Person ID
Anton Francesco Doni Firenze 1513 Monselice 1574 M P1034

Instrument(s) Professional group Social status Social sphere Why is the person listed?
vihuela Author Professional Literary Author Author - poet, playwright

Years active Place active Century Region
Firenze-Venezia-Piacenza 16cent Italy
Biographical information

Anton Francesco Doni (Firenze, 16 maggio 1513 – Monselice, settembre 1574) è stato un letterato, editore e traduttore italiano.

Biografia
Figlio di Bernardo di Antonio Doni, forbiciaio, non era imparentato col ricchissimo Agnolo Doni che negli anni in cui nasceva era committente di Michelangelo e Raffaello. Originario del quartiere di San Lorenzo, in una lettera del 3 gennaio 1549, inviata da Firenze a B. Volpe che lo diceva discendente del poeta Salvino, sodale di Dante, il Doni scrisse una sua genalogia ironica, per lo più fantasiosa, in cui si diceva di famiglia ghibellina, avente due papi (Dono I e Dono II), esiliata da Firenze per l'ostilità dei Medici e radicatisi poi a Pistoia, in Ungheria e a Napoli[1]; di aver vestito l'abito dei Servi di Maria e di aver svolto l'attività di maestro di dottrina al convento dell'Annunziata; di aver lasciato i Serviti e la città di Firenze attorno al 1540, esser diventato prete, e aver iniziato un vagabondaggio per varie città dell'Italia settentrionale (Genova, Alessandria, Pavia, Milano).
Nel 1542 si recò a Piacenza, dove frequentò per qualche tempo la facoltà di Giurisprudenza, entrò a far parte dell'Accademia Ortolana con il nome di Semenza e iniziò la sua attività letteraria: nel 1543 infatti uscì a Piacenza, per i tipi del Simonetta, un suo volume di Lettere. Nel 1544 si recò a Venezia, dove si fermò poco tempo prima di recarsi a Roma e di nuovo a Firenze (dove aprì una tipografia e divenne primo segretario dell'Accademia degli Umidi). Nel 1547 si recò di nuovo a Venezia dove entrò nell'Accademia Pellegrina e si dedicò definitivamente alla professione di letterato. Carattere polemico entrò in violente diatribe col Domenichi e con l'Aretino, in precedenza suoi intimi amici[2]. Nella città lagunare scriverà la maggior parte delle sue opere. Nel 1555 si recò a Pesaro nella speranza di ottenere un impiego presso il duca Guidobaldo II della Rovere. L'impiego sfumò per le beghe di Pietro Aretino a cui il Doni rispose con un libello infamante[3] in cui fra l'altro prediceva la morte dell'Aretino entro l'anno; profezia avveratasi. Nel 1564 abbandonò nuovamente Venezia e, dopo brevi soggiorni ad Ancona e a Ferrara, si ritirò con un figlio a Monselice, dove risiedette fino alla morte.
La sua opera principale rimane "La libraria del Doni fiorentino. Nella quale sono scritti tutti gl'autori vulgari con cento discorsi sopra quelli. Tutte le tradutioni fatte all'altre lingue, nella nostra & una tavola generalmente come si costuma fra librari" edita nel 1550, che fu il primo episodio di bibliografia in Italia. Doni aveva scarse conoscenze della materia bibliografica, ma come lui stesso ammetteva, non aveva pretese di raccogliere tutto ciò che poteva, ma semplicemente risultare utile a chi doveva ricercare un documento fino ad allora introvabile. Inoltre, rispetto a Gesner e Trithemius, suoi predecessori illustri nella storia della Bibliografia, il Doni la intitola "Libraria", introducendo suoi commenti anche a opere in volgare.

http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Doni acc. 27/05/14
also see Alfred Einstein, “The ‘Dialogo della Musica’ of Messer Francesco Doni 1544.” Music and Letters (1934): 244–253.

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Source documents
Date Document
1544 Antonio Francesco Doni , Dialogo della musica.


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